Felicità di conoscere e desiderio di esistere! questa è l'arma vincente contro una vita sacrificata e sofferta, contro una vita decisa da altri e vincolata all'apatia.. questa è la pillola magica che apre gli occhi e fa largo a una nuova vita.. una vita autonoma e indipendente! "una vita del dopo di noi".


Con umiltà e professionalità, cerchiamo di darVi degli spunti, delle chiavi di lettura per essere all'altezza del grande compito che la vita vi chiede ogni giorno. Seguiti quotidianalmente dal Professor Nicola Cuomo e il suo staf, all'avanguardia nella Pedagogia Speciale, cercheremo di rispondere alle vostre domande.



Ci auguriamo che il blog sia di vostro gradimento e aiuto, e vi invitiamo a partecipare attivamente alle nostre discussioni.




Risponderemo a problemi di qualsiasi natura, legate alla disabilità, a casa, a scuola, per strada, nella vita. Se sei un genitore, un familiare, un'insegnante, un'amico, una persona che vive a contatto con la disabilità e hai una questione da porci, quì sentititi libero di farlo. Ci sentiremmo onorati nel dare una mano.

martedì 30 novembre 2010

parola chiave: curiosità


Vi è mai capitato di osservare con attenzione una farfalla che si posa su un fiore e seguirne con minuziosità tutti i movimenti? Se vi è capitato, vi siete mai soffermati a riflettere sul perché di tale interesse?
La risposta è più semplice di quella che appare! Vi è un unico motivo infatti; la curiosità.
Nessuno ce lo impone, spontaneamente ci avviciniamo, naturalmente esitiamo a toccarla.

Quanto può essere efficace un apprendimento con le stesse caratteristiche?
Ogni bambino ha innato questo sentimento.. ce lo mostra anche la nota storia di Pinocchio, il piccolo burattino di legno, che spinto dalla sua vivace curiosità si spinge sempre più in là, lo rende attivo nella sua scoperta del mondo.




Per i bambini con deficit questo è presente allo stesso modo. La volontà di conoscere è già presente e chiede solo di essere alimentata.
Sta quindi nell'insegnante riuscire a trasmettere questa emozione.
Come? Con quali strategie?

Hai qualche esempio da proporci? Ti è capitato di sperimentare un metodo
ottimale per trasmettere questa emozione fondamentale,
che vuoi condividere con noi?
Possiamo discuterne insieme!

4 commenti:

  1. ciao, sono un insegnante e vorrei esporvi un mio dubbio;
    io insegno in una sezione d'infanzia di 23 bambini di 4 anni e tra questi ho un bambino "problematico" non certificato che ha uno strano comportamento con i compagni e soprattutto durante il momento del calendario.
    capita spesso, infatti, che lui giochi con le fototessere dei compagni, cambiandone di posto, nascondendoli, mettendoli assenti o presenti in relazione al momento e che vada a modificare l'immagine del tempo.
    questo accade molto frequentemente durante il momento del calendario, tuttavia non manca di farlo anche in altri momenti molto meno opportuni.
    a questo suo comportamento molti bambini reagiscono male e lo vedono come un dispetto personale nei loro confronti, con tanto di pianti e proteste.
    Senza contare che capita alle volte che reagisca con violenza nei confronti di chi quel giorno è l'addetto al calendario, ovvero l'addetto alla chiamata dei compagni per la sistemazione della foto nel posto giusto, della decisione del tempo climatico (sole, pioggia, nebbia...), volendo ad ogni costo farlo lui stesso.
    Inizialmente credevo fosse una semplice curiosità rivolta a quell'oggetto tanto importante e significativo, ma oggi penso che sia molto di più e non so proprio come gestirmi!

    cosa mi consigliate di fare?

    aspetto un vostro aiuto.

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  2. Cara Sara, prima di risponderti ti poniamo qualche domanda per contestualizzare meglio il problema.

    Ha comportamenti anomali anche in altri momenti? Anche in famiglia?

    Come è stato presentato il calendario alla sezione? (che significato ha)

    sei da sola sulla classe o sei affiancata da altre insegnanti? se siete in di più, riscontrate tutti lo stesso problema?

    come state cercando di risolvere questo problema? Come vi comportate di fronte al problema?

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  3. Si scusatemi, eccovi una maggiore contestualizzazione;
    J. è un bambino con alcuni problemi relazionali con le figure che lo circondano, a partire dai compagni e insegnanti per finire con gli stessi genitori... E' proprio parlando con questi che abbiamo confermato la nostra posizione, dal momento che sono proprio loro stessi ad ammettere di avere un problema di gestione del rapporto.
    Questi comportamenti anomali sono sicuramente più frequenti in relazione al calendario, ma capita in particolari giornate, in cui è più agitato, che continui con questi atteggiamenti anche durante il momento del pasto. Diversamente è il suo comportamento invece durante l'attività che svolgiamo, prevalentemente laboratoriale, dove si applica al meglio e con buoni risultati. durante il pomeriggio fa ritorno a casa e non rimane a dormire come dovrebbe, per un accordo con i genitori (concordiamo almeno che sia ancora presto per lui e che debba prima concludere il processo di integrazione all'interno della scuola).
    sulla classe sono prevalentemente da sola, anche se sono previste ore di interclasse dove si svolgono attività comuni a più sezioni. mi sono più volte confrontata con i miei colleghi e concordiamo tutti con il quadro della situazione, purtroppo la nostra azione è continuamente limitata dalla testardaggine dei genitori che continuano a sostenere che il figlio non abbia bisogno di un aiuto in più e che il suo disturbare sia dovuto semplicemente al suo carattere vivace.
    nel nostro piccolo proviamo, e soprattutto provo a renderlo più partecipe e più impegnato in attività, dove noto un suo maggiore controllo.

    spero di essere stata più chiara.

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  4. Non abbiamo ben capito la posizione dei genitori in questa problematica "sono proprio loro stessi ad ammettere di avere un problema di gestione del rapporto" e poi "continuano a sostenere che il figlio non abbia bisogno di un aiuto in più e che il suo disturbare sia dovuto semplicemente al suo carattere vivace".
    Nelle attività lei dice che si comporta meglio, ma le attività prevedono l'affiancamento costante dell'insegnante giusto? se l'insegnante si allontana momentaneamente o non gli presta attenzione diretta, lui lavora lo stesso bene?
    Come manifesta questo comportamento "di disturbo"? (esempio con sputi, calci, urla, corre quando non dovrebbe, oltre che il problema dello spostamento delle foto per il calendario)
    Quando mette in atto questi comportamenti lo fa con cattiveria e quasi violenza, o sembra quasi che lo faccia accidentalmente?
    Qual è la cosa che sa fare meglio? (esempio disegnare, cantare, ruota candela arrampicarsi, raccontare storie, ecc)

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