Felicità di conoscere e desiderio di esistere! questa è l'arma vincente contro una vita sacrificata e sofferta, contro una vita decisa da altri e vincolata all'apatia.. questa è la pillola magica che apre gli occhi e fa largo a una nuova vita.. una vita autonoma e indipendente! "una vita del dopo di noi".


Con umiltà e professionalità, cerchiamo di darVi degli spunti, delle chiavi di lettura per essere all'altezza del grande compito che la vita vi chiede ogni giorno. Seguiti quotidianalmente dal Professor Nicola Cuomo e il suo staf, all'avanguardia nella Pedagogia Speciale, cercheremo di rispondere alle vostre domande.



Ci auguriamo che il blog sia di vostro gradimento e aiuto, e vi invitiamo a partecipare attivamente alle nostre discussioni.




Risponderemo a problemi di qualsiasi natura, legate alla disabilità, a casa, a scuola, per strada, nella vita. Se sei un genitore, un familiare, un'insegnante, un'amico, una persona che vive a contatto con la disabilità e hai una questione da porci, quì sentititi libero di farlo. Ci sentiremmo onorati nel dare una mano.

martedì 1 novembre 2011

Ci provo! un'esperienza di vita autonoma e indipendente..



Per Luigi è l'Università la sua scelta di indipendenza legata al piacere d'esistere e di conoscere, ma può esserlo allo stesso modo il lavoro in qualsiasi ambito altro dalla scuola. Il punto centrale di questo film vuole essere la dimostrazione che se ci si impone determinati obiettivi e si attuano determinate modalità, raggiungere un grado di autonomia è possibile!
Luigi non deve essere visto come la mosca bianca o la gallina dalle uova d'oro, piuttosto come un'esempio di come una persona con sindrome di down abbia tutte le carte in regola, partendo dai suoi sa fare, per raggiungere una vita autonoma e indipendente.
L'esperienza di Luigi ci deve portare a riflettere su come con un minimo investimento da parte della società sia possibile creare dei cambiamenti epocali nella visione della disabilità e delle aspettative che essa produce.

PROGRAMMAZIONE ANNUALE: abbandoniamo le lezioni frontali e immergiamoci in un contesto emozionale e conoscitivo!




I bambini di Villa Gaia trovano lo scienziato Tullio, catapultato nel presente dal 1900....l'avventura ha inizio e dimostrerà come gli apprendimenti sono possobili in contesti e situazioni che propongono benessere, felicità, desiderio di conoscere. Una scuola che somiglia al paese dei balocchi, una scuola dove è possibile marinare la noia per andare a giocare a conoscere, una scuola in cui apprendere è semplice grazie a magiche "macchine" che gli stessi bambini con gli insegnanti inventano e costruiscono!

se ci credi, se lo progetti con professionalità, se metti il piacere di esistere in ogni passo... SI PUO'

sabato 30 aprile 2011

RIORDINA LA FRASE! mettere ordine dove ordine non c'è...



Ecco un comune esercizio di italiano assegnato in Aprile in una seconda elementare.

A NATALE CON I FILI ADDOBBA E LE PALLINE COLORATE SI ABETE L'.
"A NATALE SI ADDOBBA L'ABETE CON I FILI E LE PALLINE COLORATE"


Per noi insegnanti può essere un esercizio efficace e di facile svolgimento, bisogna però metterci nei panni di quei bambini che non hanno la completa padronanza del loro vocabolario, per cui porre il pezzo di frase "l'abete" o "si addobba" nella frase risulta molto difficile dal momento che non ne comprendono completamente il senso o non riescono a capire che ruolo possano assumere nella costruzione della frase.
Questi bambini possono aver molto chiaro il meccanismo di costruzione delle frasi, tuttavia può non essere immediato per loro riscontrare in una data parola proprio il ruolo che la frase prevede.

La frase che ho posto alla vostra attenzione è ricca di questi fraintendimenti, in quanto divide l'articolo dal nome a cui è riferito (l'abete) e la costruzione del verbo riflessivo (si addobba). Inoltre questa frase è resa più difficile dal fatto che non segua il modello di frase elementare (soggetto + verbo + complemento oggetto).
E' vero che esistono esercizi sul riordino di frasi di difficoltà minore, rimane comunque la probabilità che anche solo un bambino possa perdersi e questo ci riporta alla questione di fondo che è quella di cercare di far sì che ogni alunno abbia la possibilità di apprendere senza imbattersi in situazioni di handicap che possono scoraggiare o annientare "la felicità di conoscere".

Come si può mantenere la finalità dell'esercizio senza cadere in queste situazioni di stallo?

A mio parere si potrebbe evitare di assegnare a casa compiti del genere ma di svolgerli insieme in classe, semmai aiutandoci con una situazione di gioco, dove ad esempio si divide la classe in gruppi più piccoli (cinque al massimo per gruppo), ed ad ogni gruppo si consegna una frase divisa in pezzetti (ogni pezzetto di frase a un colore diverso ed è scritto su un foglio abbastanza grande così che possa essere letto anche dagli altri bambini della classe). Il gioco prevede che in un arco di poco tempo (arbitrariamente scelto dall'insegnante) i bambini riescano a costruire la frase. Quando il tempo è scaduto i bambini devono a turno dare la loro opinione sulla costruzione delle frasi degli altri compagni.
In questo modo si evitano quelle situazioni di stallo dove il bambino si trova disorientato difronte alla frase, poiché viene aiutato dai componenti della sua squadra. Inoltre si ha che anche là dove la frase venga costruita in modo errato, non c'è imbarazzo per chi ha sbagliato perché la frase era un prodotto comune.
Non vanno tralasciate poi la componente "competizione" che fa si che ci sia la voglia condivisa di fare il più giusto possibile e la componente "collaborazione" che fa si che ognuno sia fondamentale per la buona riuscita.

Vi è mai capitato di assegnare un compito sul riordino della frase? cosa avete notato?

domenica 13 febbraio 2011

a scuola.... per mano....


Ultimo giorno di scuola*

Oggi per me è il giorno più bello,
non sono più un bambino monello
e sono grato alla mia maestra,
per aver preparato questa bella festa.

Sono felice perché nel suo sguardo,
leggo la gioia di chi arriva al traguardo.
E’ molto fiera di me, io lo sento,
ed è per questo che sono contento.

Penso al mio primo giorno di scuola,
quando arrivai lei era sola;
subito venne verso di me,
mi chiese il nome ma….ahimè!

Scoppiai in un pianto disperato,
dov’ero stato portato?
Lei mi sorrise, mi accarezzò la mano
Ed io mi calmai piano piano.

Oggi, maestra, s’invertono i ruoli,
sei tu che hai bisogno che ti consoli,
vorresti tenermi sempre con te
ma non temere, ho un tesoro con me

lo porterò per sempre nel cuore…
….è quel sorriso pieno d’amore,
è quella carezza che tu mi hai donato
in quel mattino ormai lontano
quando hai iniziato a tenermi per mano
.

(Giovanna Corsi)

sabato 8 gennaio 2011

perché si può sempre spiegare in un modo diverso!




si apprende per gradi!




l'importanza del saper scrivere

parlando della scuola mi disse mia nonna;

" ma cosa studi a fare nipote mia, un marito ti devi cercare! la vita è dura ma si forse è vero! non c'è nulla di più bello del saper scrivere.. nessuno può imbrogliarti, se sai scrivere nessuno ti crede scemo. "





ED ECCO CHE ARRIVA IL NATALE NELLE SCUOLE!



Sono appena trascorse le feste Natalizie e le scuole italiane si sono viste invase da progetti e progettini in preparazione a questa festività.
vediamone insieme un caso;

ATTIVITA':
prepariamo insieme i canti per la festa di Natale.

IL CASO:
Siamo in una materna. Classe mista. La classe è composta per i suoi 3/4 da bambini di diversa nazionalità.
Le canzoncine vengono insegnate a tutti i bambini, tralasciando i riferimenti ad alcuna religione, il tema principale è Babbo Natale.
K. è un bambino di origini nigeriane, nato in Italia, con genitori Testimoni di Geova.
Tutti i bambini dopo alcune prove in diverse giornate sanno le canzoni a memoria tanto che le ripetono più volte anche quando non sarebbe il momento.
Anche K. canta volentieri le canzoncine e non sembra turbato nel farlo.
Accade però che un pomeriggio, quando il padre di K. viene a riprenderlo che l'insegnante viene rimproverata per l'insegnamento di tali canzoncine dal momento che queste vanno contro i principi della religione dei testimoni di Geova, che non festeggiano in questo modo la natività.
Il danno è già fatto dal momento che K. conosce già le canzoni e non capisce il perché non dovrebbe cantarle, per cui l'insegnante non sa più come regolarsi.
Decide quindi di scusarsi col genitore ma di non togliere K. dall'esibizione durante la festa di Natale, spiegando ai genitori che esentarlo così all'improvviso creerebbe nel bambino un senso di confusione e non appartenenza al gruppo classe.

CONSIDERAZIONI:
La scuola italiana deve fare i conti tutti i giorni con il problema della diversità dei bambini con cui si deve confrontare, data dall'appartenenza a varie nazionalità degli stessi alunni. Se un tempo ci si doveva confrontare con il divario tra Nord e Sud e i diversi dialetti, oggi ci si deve confrontare con i diversi valori e le diverse culture che si trovano a sottostare in un gruppo di trenta individui.
Deve quindi essere modificato ed adattato il metodo di insegnamento, tenendo conto di queste diversità per far sì che diventino una risorsa e non un handicap.
Questo deve essere il quadro di partenza da cui partire!
Per quando riguarda il caso appena trattato occorre fare alcune considerazioni;
Innanzitutto dato la composizione della classe è più che giusto non trattare la festività unicamente in chiave religiosa, ma sarebbe tuttavia giusto spiegare, con semplici parole, l'origine di questa festività e il motivo che spinge ancora oggi dopo millenni a festeggiare ancora. Evitando tuttavia di non divagare molto ma di partire ancora meglio da esperienze dirette utilizzando il passato in funzione del presente.
In secondo luogo va spiegato il progetto ai genitori rendendoli partecipi degli obiettivi e finalità per evitare spiacevoli problemi. Questo dialogo non vi è stato nel caso che abbiamo preso in considerazione e questo ha fatto sì che si creassero ulteriori complicazioni.
Infine, bisogna tener conto che il culto di Babbo Natale, nonostante sia molto diffuso non è scontato per tutti i bambini; come infatti ci sono bambini che sono abituati a credere all'arrivo di babbo natale, vi sono alcuni che un tempo ci credevano e col tempo hanno smesso e bambini che non ci hanno mai creduto. E' compito dell'insegnate quindi informarsi, prima di intraprendere l'argomento con i bambini, circa il quadro delle credenze dei bambini.